Pillole di recensione del libro di Michela Murgia
Roma-Milano. 30 agosto. Italo.
Treno pieno, suonerie di cellulari alti, un bimbo piange e la vicina parla al telefono con l’amica, lamentando quanto sopra.
Io decido che invece sto bene, sono seduta comoda al fresco, posto finestrino e mentre guardo fuori il paesaggio che corre veloce, ascolto Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo più sentire, (Einaudi) felice di questa mia compagna di viaggio virtuale che é Michela Murgia, attenta osservatrice della realtà e coraggiosa voce del narrare l’essere donna.
Ascolto con Audible, un modo di leggere quando non puoi avere il libro di carta con te, o perché qualcuno che ti dorme accanto non ama la luce che tu vorresti tenere accesa fino alle due di notte o, come in questo caso, perché vuoi concentrarti sul libro e non sentire la vicina che si lamenta del monto intorno a lei.
Non ci sono molte parole da dire su questo libro, se non una riflessione su quelle espressioni che diamo per scontate, come fossero dei complimenti.
Essere una donna con le palle, avere gli attributi sono frasi che ormai sono entrate nel linguaggio comune, a cui diamo connotazione positiva. Eppure ci riconducono a quella metafora per cui se sei forte e in gamba, sei come un uomo.
Una lettura davvero interessante, che mi ha condotto a riflettere sul lessico quotidiano che uso anch’io, come quello di indicare l’articolo femminile davanti al cognome di una donna, personaggio pubblico. Se fate caso, con un uomo non si fa. Si dice “Draghi” e non il Draghi, invece per Giorgia Meloni (scrivo nomi a caso), si indica l’articolo, “la” Meloni.
Secoli di patriarcato e maschilismo che sono entrati nelle pieghe più profonde del nostro quotidiano, che neanche ci accorgiamo.
Una lettura che mi ha insegnato ad essere più consapevole e attenta: che le parole abbiamo un significato ben preciso é per me cosa assodata, ora la mia attenzione sarà rivolta a quelle note stonate che assumono una apparente e ingannevole melodia.
Ovviamente consiglio la lettura, alle donne perché sintonizzino le antenne su ciò che si sentono dire, e agli uomini perché anche il più rispettoso di loro, usa espressioni apparentemente innocue che…non vogliamo più sentire.
Nella foto, la copertina del libro di Michela Murgia per Audible.
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