A Rete55 per parlare di donne invisibili

Ho avuto una bellissima accoglienza da Chiara Milani e tutto lo staff di Rete55 che mi ha invitata in occasione dell’8 marzo.

Abbiamo parlato di donne, di Irma e Lorenza, le protagoniste de “L’alba del 2 giugno” e delle nostre emancipatrici che nessuno (o pochi) conoscono.

Come sapete, racconto la storia di Annamaria Mozzoni, che è stata la prima donna a portare in Parlamento le firme a sostegno del suffragio universale, in un’epoca storica che si studia di corsa, anche a scuola, ovvero il Risorgimento. La Mozzoni morì nel 1920 e tutte le lotte per la conquista dei diritti delle donne sono letteralmente spazzate via dalle Guerre Mondiali.

Dobbiamo attendere il 2 giugno del 1946 per votare (anche se il 1 febbraio del 1945 ci fu la prima votazione quasi universale, e quindi le donne votarono per la prima volta, ma furono escluse le prostitute. Inoltre, noi ricordiamo il 2 giugno anche per la Festa della Repubblica: il 1 febbraio del 1945 l’Italia è ancora una monarchia sotto i Savoia).

La giornalista Chiara Milani ha passato in rassegna i miei libri, dall’ultimo pubblicato, ovvero “L’alba del 2 giugno”,  al primo scritto per ragazzi,  “Il diritto di sognare” .  Lettrice attenta e sostenitrice delle storie al femminile, come si chiama la sua rubrica, Chiara ha chiacchierato come me di tematiche importanti che, spesso, diamo per scontate e fruibili da tutti.

 

In questo romanzo, pubblicato per Mondadori Alta Leggibilità, racconto di Claudette Colvin che fu la prima donna (era, in verità, una ragazzina di 15 anni) che si rifiutò di lasciare il posto sull’autobus ad una persona bianca. Siamo nell’America della Segregazione Razziale e della lotta per i diritti, guidata da Martin Luter King. É il 1955 e sui libri di storia trovate l’arresto di Rosa Parks e il boicottaggio degli autobus. E dunque, chi è Cluadette Colvin?

 

Nell’intervista ho raccontato dei miei libri, e mi sono resa conto che, qualunque sia il target (adulti o giovani lettori) io mi riferisco a fatti storici più o meno noti. Parto sempre da lì per costruire la trama.

E pensare che a scuola non mi faceva impazzire studiare la storia, non capivo perchè si dovessero imparare date e luoghi di battaglie senza alcun significato per me e ormai accadute in un passato lontanissimo.

Per questa ragione, ora, da grande, mi piace insegnare la storia e raccontarla: ci sono piccoli e semplici gesti che cambiano gli eventi e le leggi.

Ci sono donne, moltissime donne, che mettono in moto rivoluzioni e muovimenti di cui non sappiamo nulla, ma grazie ai loro contributi e, spesso, sacrifici, oggi abbiamo quella libertà e quei diritti che spesso diamo per scontati.

 

Guarda la mia intervista, e se ti va scrivimi per farmi sapere che ne pensi!

 

 

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SARAH PELLIZZARI RABOLINI

Ho sempre scritto per quotidiani e webzine raccontando di libri, teatro e cinema: continuo a farlo qui, a modo mio, “Con i miei occhi”.