Su Rai Play quarant’anni di storia della Compagnia della Rancia
Sabato non ero davanti alla tv, ma per fortuna Rai Play mi ha regalato l’emozione che pensavo di aver perduto.
Sabato 20 novembre, infatti, è andata in onda su Rai 5 una puntata straordinaria (è l’episodio 2) di “Apprendisti stregoni”, una lunga narrazione sulla Compagnia della Rancia.
Per la regia di Raffaella Offidani, il progetto editoriale di Felice Cappa, la produzione esecutiva di Serena Semprini, la puntata – a cura di Giulia Morelli – ha dato forma a una storia che racconta i musical più belli, gli aneddoti, i dietro le quinte, le memorie degli spettacoli attraverso le voci di Saverio Marconi, Fabrizio Angelini, Michele Renzullo e Gillian Bruce.
Ci sono le interviste a Mauro Simone, Giampiero Ingrassia, Giulia Ottonello fino al recentissimo Denny di Grease, Simone Sassudelli: ciascuno di loro ha narrato di sé e simbolicamente anche dei 1500 compagni di viaggio – artisti, tecnici, team creativi e organizzativi – che hanno collaborato e continuano a lavorare con la Compagnia della Rancia.
Le riprese sono state realizzate al Teatro Vaccaj di Tolentino – sede storica di Compagnia della Rancia – , alla Mostra Permanente presso il Castello della Rancia e al Teatro Repower di Milano: luoghi che sono stati e lo sono ancora, protagonisti di momenti indimenticabili per la Compagnia.
Sono gli spazi che hanno permesso la messa in opera degli spettacoli, ma anche di vivere quella quotidianità familiare che rende eccezionale l’esperienza, a detta di tutti gli artisti che sono passati da lì, di appartenere alla Compagnia della Rancia.
La puntata, infatti, è stata un omaggio anche al territorio marchigiano e l’occasione per valorizzare le bellezze artistiche e paesaggistiche di Tolentino, conosciuta in tutto il Paese come la “piccola Broadway italiana”, sede privilegiata di debutti nazionali di tantissimi spettacoli.
Per me è stato come riaprire i file dei ricordi. Per ogni spettacolo, conservo nella memoria un momento, un aneddoto, anch’io, da amante e appassionata di musical: quando sono andata a teatro quella volta e con chi. Le chiacchierate in auto, al ritorno, su chi e cosa ci era piaciuto di più, sulle coreografie e le osservazioni sui costumi.
Ho contato quante volte ho visto le diverse versione di un musical. Con sicurezza posso dire che la Greasemania esiste. Credo di aver visto otto volte Grease e di averla trasmessa, forse già nel DNA, a uno dei miei due figli, che con la scusa di portare i nonni a teatro, lo avrà visto una dozzina di volte!
E poi…il momento sarebbe arrivato e lo sapevo: mi sono commossa quando ho visto Manuel Frattini. Si parla troppo poco di lui, forse perché c’è ancora tutta quella emozione che ci assale: è come se il tempo del dolore non fosse ancora passato per lasciare lo spazio al ricordo.
Ho pianto.
Avevo visto Manuel per la prima volta a teatro in Sette spose per Sette fratelli: i miei genitori avevano l’abbonamento alla stagione teatrale, ma dato che c’era un musical, mio padre mi chiese di andare al suo posto. “Non mi va di vedere un balletto” mi disse, non avendo chiaramente idea, allora, di cosa fosse un musical.
E’ iniziato così il mio amore per il teatro: quella viscerale folgorazione per quello musicale è nata quella sera, quando accanto a Raffaele Paganini c’era un versatile e camaleontico performer, Manuel.
“Ma quello è pazzesco!” ricordo che anche mia madre rimase a bocca aperta. Manuel non si poteva non notare.
Saverio Marconi nel presentare Pinocchio il grande musical lo ha ricordato, così come Mauro Simone…e quando anch’io mi sono asciugata gli occhi, ho scritto questo articolo. Avevo bisogno di raccontare le mie emozioni e dire un grazie.
Un grazie sincero e dovuto a Rai 5 per aver realizzato questa puntata e a Rai Play che permetterà a tutti noi di rivedere questo pezzo di storia del teatro musicale, quello che racconta di un grande gruppo, la Compagnia della Rancia, che ha portato in Italia il musical, ce lo ha fatto conoscere, amare e lo ha reso fruibile e moderno, capace di coinvolgere un vasto pubblico.
Il pregio della Compagnia della Rancia è stato quello di aver saputo coinvolgere i giovani, quelli che a teatro ci andavano una volta l’anno a vedere una noiosissima commedia, magari pure in inglese, trascinati dall’insegnante di turno.
Grazie per questa opportunità!
Diffondiamo la cultura, parliamone, narriamo storie di teatro e di palcoscenico, di fatica, di dietro le quinte, di meraviglia.
Raccontiamo la bellezza.
Foto e fonte, ufficio stampa che si ringrazia
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